Piazza Uccialì


Uccialì figura leggendaria nella tradizione popolare, catturato dai pirati saraceni, diviene uno dei pirati più temuti del suo tempo.

Nel XVI sec. d.C., Le Castella vive un triste periodo caratterizzato da un declino economico e disgrazie umane. Un tempo ricca e fiorente terra diviene scenario di devastazioni da parte della pirateria turca. Pirati provenienti dal profondo mediterraneo approdavano su queste coste per razziare cibo, merci e rapire giovani uomini, donne e soprattutto bambini, da vendere come schiavi nelle loro terre.

Nella calda giornata del 29 aprile 1523, all?orizzonte della costa castellese si avvistano vascelli pirati. La popolazione atterrita cercò riparo nei propri nascondigli, mentre valorosi uomini si rifugiarono tra le mura della fortezza pronti ad usare le armi per la difesa del forte. I turchi condotti dal corsaro di Algeri Khai ed Din, noto con il nome di Barbarossa, espugnano e saccheggiano Le Castella seminando terrore e morte.

Tra le persone catturate e portate schiave a Costantinopoli, vi è un fanciullo dal nome Giovanni Dionigi Galeni (1519 - 1587) venduto per pochi denari al pirata Giafer. Il piccolo fanciullo fu destinato al duro lavoro del remo e durante questa pesante attività imparò tanti segreti marinareschi e potenziò le sue capacità di esperto stratega navale. Queste conoscenze furono utili al suo padrone nella quotidiana vita piratesca specialmente nei momenti di difficile battaglia contro il nemico. Giovanni, ormai giovane uomo esperto di mare, si accattivò le simpatie e la stima di Giafer, anche se rasentò la condanna a morte per un incidente avvenuto proprio tra le mura domestiche del pirata. Per rimediare all'incidente e sottrarsi alla morte Giovanni doveva rinnegare la propria fede e sposare la figlia del proprio padrone. E così fu.

Il nome di Giovanni Dionigi Galeni si tramutò in Uluch-Alì (rinnegato) presso gli ottomani e trascritto per i cristiani in Uccialì o Occhialì.

Uccialì, da piccolo e cagionevole fanciullo divenne con il tempo un grande pirata oltre che grande stratega navale tanto che ad ogni battaglia navale gli venivano conferite prestigiose cariche, come quella di Governatore di Tripoli, Tunisi ed Algeri o  Comandante supremo della flotta turca al rientro dalla battaglia di Lepanto, avvenuta nell'ottobre del 1571.

Nella battaglia di Lepanto, Uccialì, si rivela una figura importante nonostante la sconfitta ottomana. Partito con la sua flotta come ammiraglio turco al fianco del comandante, Mehemet alì Pascia, prima di ripiegare in ritirata, vista l?ormai certa conclusione negativa della battaglia, riesce ad infliggere alle flotte cristiane un duro colpo. Lui e la sua flotta furono gli unici sopravvissuti. Al suo rientro il Sultano oltre che commissionargli la ricostruzione delle flotte turche perse in battaglia gli si chiese di abbandonare il nome di Uluch-Alì (rinnegato) per quello di Kili' Alì, "Alì la Spada", perché come una spada è riuscito a rompere l'accerchiamento della flotta cristiana.

Uccialì morì all'età di 68 anni e le sue ossa si trovano all?interno della moschea di Kali' Alì Pasà a Istanbul, da lui stesso voluta e commissionata.

Nel 1961 gli Enti provinciali per il Turismo della Calabria fecero omaggio a Le Castella del busto di bronzo di Uccialì, collocato il 23 aprile del 1989 sul piazzale antistante il Castello Aragonese.

 

Visione 3D del busto: https://sketchfab.com/models/990feadcb4fc41378b5fce8d1847f7a5/embed




Ultimo aggiornamento: 01/01/1970 00:00:00